Una donna sola … ma animata da compassione e coraggio!

 

 

"I siriani avevano fatto delle scorrerie

ed avevano portato come prigioniera,

esule dalla terra di Israele, una piccola domestica.

Era passata al servizio della moglie di Naaman." (2 Re 5:2)

 

 

"Essi stessi raccontano …

come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio

per servire il Dio vivente e vero."

1 Tessalonicesi 1:9-10

 

Quante volte abbiamo letto queste parole:

“Vi siete convertiti…  per servire il Dio vivente e vero.”

E ci è stato insegnato, nelle predicazioni del culto, il concetto che non siamo state salvate da Cristo per diventare parte della Chiesa inutilmente. Lo scopo della nostra salvezza non è di andare ad ingrossare le fila di un’assemblea locale, per partecipare alle sue riunioni, senza che nella nostra vita ci sia un reale cambiamento…

Ci siamo convertite al Dio vivente e vero per diventare uno strumento utile nelle Sue mani.

Questo è ormai chiaro per molte di noi.

Eppure esiste un sentimento molto diffuso nelle chiese cristiane: molte sorelle pensano che la vita di una cristiana non differisca molto da quella di una donna del mondo; cioè pensano che la routine cambia un po’ la domenica mattina, perché si partecipa al culto. Alcune pensano che sia bene fare qualche torta per l’agape, oppure che si possa dare una mano per le pulizie della chiesa. Ma l’insegnamento dei bambini, quello dei giovani, l’impegno nei campi biblici, una testimonianza attiva, un servizio nelle missioni è solo per poche elette che hanno sentito una chiamata speciale da parte di Dio.

Esiste nel nostro bagaglio culturale l’idea errata, che viene probabilmente dal cattolicesimo, che esista un popolo laico e un popolo consacrato; cioè che vi siano delle persone normali, che frequentano la chiesa, e delle persone "chiamate", elette, destinate al servizio per Dio.

Ma il verso di oggi ci insegna che non è così: tutti i cristiani sono "convertiti … per servire il Dio vivente e vero", indistintamente donne e uomini. Non occorre essere delle persone speciali per servire Dio; la chiamata è per tutti i figli di Dio e anche per le figlie di Dio.

Se tu ti sei convertita dagli idoli di questo mondo e sei stata salvata, il tuo destino per te è il servizio. Nessuna di noi può considerarsi esclusa … tutti i convertiti, tutti i salvati sono coinvolti nella chiamata al servizio.

Una riflessione sorge spontanea: "Ma io non sono preparata per un servizio … sono incapace di fare qualsiasi cosa … non ho la preparazione necessaria …"

Questo sentimento di inutilità e di incapacità ci paralizza e ci impone di frequentare la comunità locale, domenica dopo domenica, senza alcun cambiamento, con scarsi progressi spirituali, con la convinzione latente che tanto nulla cambierà…

Stranamente a Dio piace utilizzare degli strumenti insignificanti per fare grandi cose: manifesta la Sua potenza, proprio quando noi ci sentiamo incapaci ed inutili.

Vi ricordate di Mosè, che non sapeva parlare, o di Gedeone, che era il più piccolo della sua tribù?

Questa è l’unica condizione perché la testimonianza una cristiana possa essere forte ed efficace …

Le virtù cristiane più importanti brillano proprio nelle persone più umili e nascoste e Dio si serve di loro in un modo efficace.

Per farti comprendere quanto sia utile essere una persona poco importante agli occhi del mondo, per servire Dio, oggi mediteremo su un personaggio dell’Antico Testamento: una piccola serva che ha saputo fare una grande cosa per il suo Dio.

 

Una piccola serva

La Bibbia ci racconta la storia di una piccola serva, che abitava in un paese straniero, in casa di un personaggio importante. Leggiamo 2 Re 5.

"Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni,

avevano portato prigioniera dal paese d‘Israele una ragazza

che era passata al servizio della moglie di Naaman."

"La ragazza disse alla sua padrona:

«Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria!

Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!»"

 

Il nome della ragazza è sconosciuto, ma Dio ha voluto conservare con cura la sua esperienza perché possa esserci di insegnamento. Il fatto che non ci sia stato riportato il nome, permette ad ognuna di noi, di inserire il proprio nome e di sentirsi coinvolta da questa storia.

La serva di Naaman è l’emblema di tutte quelle cristiane, senza nome, che non vengono ricordate con il nome proprio, ma che hanno compiuto opere importanti per Dio, senza che nessuno parlasse di loro.

Il tempo in cui avviene la nostra storia è stato un tempo triste per Israele: l’idolatria regnava ovunque e il popolo veniva continuamente vessato dagli incursori siriani.

Quella ragazza era stata oggetto di bottino di guerra; non aveva valore per gli uomini, probabilmente non era bella, altrimenti l’avrebbero avviata alla prostituzione o sarebbe diventata la concubina di qualche siriano influente. Perciò, siccome appariva insignificante, venne condotta dalla moglie di Naaman, come serva, destinata ad un compito umile.

La ragazza scoprì, dopo poco tempo, che il suo padrone aveva una delle peggiori malattie che affliggevano i popoli di allora, cioè la lebbra. Ti ricordo che nella Bibbia questo morbo viene assimilato al peccato, ed è simbolo del peccato. Il capo dell’esercito siriano non poteva essere curato nel suo paese: la sua posizione invidiabile, la sua potenza e tutto il suo denaro non gli servivano a nulla per essere guarito, perciò era condannato ad una morte lenta e inesorabile.

Nessun sforzo umano, nessun bene, nessuna posizione sociale possono proteggere l’uomo dal peccato. Nel mondo non c’è un rimedio per il peccato, così come in Siria non c’era rimedio per la lebbra.

Ma in Siria, c’era una ragazza che possedeva un segreto importante:

"La ragazza disse alla sua padrona:

«Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria!

Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!»" (2 Re 5:3)

C’è un profeta a Samaria … in seno ad un popolo idolatra e sotto il giudizio di Dio, c’era ancora qualcuno che poteva fare qualcosa per la lebbra e che poteva guarire. In seno ad una cristianità alla deriva, che ha abbandonato l’amore di Cristo, che segue l’andazzo di questo mondo, c’è ancora la possibilità di trovare salvezza per il peccato. Dio ha sempre in vista la benedizione delle anime!

Possiamo chiederci com’era possibile che quella ragazza conoscesse il profeta … l’unico capace di guarire in Israele. Quella ragazza aveva avuto probabilmente dei genitori fedeli al Signore, un uomo e una donna che non avevano piegato le ginocchia davanti all’idolo di Baal, molto in voga in quel tempo in Israele. "Ma io lascerò in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s'è piegato davanti a Baal, e la cui bocca non l'ha baciato." (1 Re 19:18) Suo papà era probabilmente uno di questi settemila uomini fedeli al Signore.

Nella sua casa la ragazza aveva sentito parlare del profeta Eliseo, aveva imparato la legge di Dio, che era praticamente sconosciuta tra il popolo. La mamma deve averle inculcato la Parola di Dio, e lei aveva fatto tesoro degli insegnamenti dei genitori.

Io vedo in questa ragazza non solo il frutto dell’insegnamento spirituale, ma anche un’assoluta fiducia nell’opera di Dio. Probabilmente aveva visto Dio agire nella sua famiglia; magari i suoi genitori avevano ospitato il profeta Eliseo nella loro casa, durante uno dei suoi viaggi.

Ma… come poteva sapere la ragazza che Eliseo era in grado di guarire la lebbra?

Non poteva, visto che Gesù ci fornisce un’informazione utile:

"Al tempo del profeta Eliseo, c'erano molti lebbrosi in Israele;

eppure nessuno di loro fu purificato; lo fu solo Naaman, il Siro." (Luca 4:27)

Ciò significa che il profeta, fino a quel momento, non aveva mai guarito la lebbra, anche se aveva dimostrato molte volte di poter fare di miracoli.

Ma la ragazza aveva una fede che andava oltre l’evidenza dei fatti: aveva fede nella potenza di Dio, e nell’opera dello Spirito Santo che risiedeva nel profeta, in misura straordinaria.

Dunque era assolutamente certa che il profeta era in grado di guarire Naaman, anche se non l’aveva mai visto guarire un caso di lebbra! Aveva una convinzione profonda e una fede sincera, altrimenti non avrebbe parlato: se la cosa non fosse stata vera, avrebbe rischiato sicuramente la sua vita!

Naaman avrebbe potuto pensare: "Questa ragazza vuole che io mi rechi in Israele senza esercito e ammalato, per farmi cadere nelle mani dei miei nemici…" Il capo dell’esercito siriano avrebbe potuto pensare che questa era una trappola ordita dalla ragazza per sconfiggere quelli che l’avevano fatta prigioniera.

Invece Naaman, si fida:

"Naaman andò dal suo signore, e gli riferì la cosa, dicendo:

«Quella ragazza del paese d'Israele ha detto così e così»." (2 Re 5:4)

La ragazza sa che avrebbe potuto rischiare la vita parlando, ma non tace! Perché?

Io credo che essa avesse compassione per il suo padrone, vedendolo malato e sempre più stanco e debole, mentre la malattia si aggravava.

Abbiamo noi la stessa compassione per le anime perdute, ammalate di peccato, che si avviano inesorabilmente verso l’inferno?

Questo mondo è retto dalla corruzione e la violenza e in ogni luogo vi sono degli abusi e delle violenze, delle ingiustizie e tanto dolore… ma noi siamo salvate per servire!

 

Un’ambasciatrice per Dio

Torniamo alla nostra piccola serva…

Nessun grande ambasciatore d’Israele, circondato di onori e potente, avrebbe potuto fare di più per il buon nome del popolo d’Israele e del suo Dio. Nessun dignitario di corte del re d’Israele idolatra, avrebbe potuto fare di più per Naaman. Invece una povera ragazzina prigioniera, lontano dalla sua famiglia e dal suo popolo,

*     sola in un mondo ostile,

*     sola rispetto al suo popolo incredulo       diventa   *     lo strumento per cambiare una vita

 

Perché??? Perché lei ha fede che Dio può salvare e che vuole ancora salvare!

Il popolo d’Israele era lontano dal Signore e sotto il Suo giudizio, a causa dell’idolatria e dell’incredulità, dei suoi re e dei dignitari di corte.

Del re Ieoram, il figlio di Acab, ci viene detto:

"Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE; ma non quanto suo padre e sua madre,

perché tolse via la statua di Baal, che suo padre aveva fatta.

Tuttavia egli rimase attaccato ai peccati con i quali Geroboamo, figlio di Nebat,

aveva fatto peccare Israele; e non se ne distolse." (2 Re 3:2)

Che triste riassunto della vita di un re d’Israele, il re di un popolo che Dio aveva scelto per annunciare nel mondo il Suo Nome potente!

Viviamo in un momento storico della chiesa in cui l’amore per Cristo sta diminuendo; la testimonianza della chiesa si fa sempre più debole, e sono pochi quelli che hanno ancora il coraggio di annunciare con forza l’Evangelo, controcorrente, di dichiarare ciò che è peccato; non lo si fa più per timore di apparire sempre più obsoleti, fuori dal mondo, privi di saggezza umana.

La fede dei cristiani è arrivata ad un livello bassissimo, perché il mondo è entrato nella chiesa e i cristiani hanno perso il coraggio di annunciare semplicemente della salvezza in Cristo, a costo di perdere la reputazione! I cristiani del nostro tempo non vogliono apparire diversi!

La situazione delle nostre chiese e delle nostre famiglie è tale che non abbiamo più a cuore una testimonianza semplice per il Signore.

Dobbiamo dunque prendere esempio da questa piccola serva ebrea, che nelle circostanze estremamente idolatre del popolo, seppe essere un’ambasciatrice fedele del suo Dio.

Dio sta cercando ancora oggi dei cuori semplici, ma interamente devoti a Lui, pieni di una fede sincera e di un grande amore per il prossimo, di compassione vera per le anime che vanno verso la perdizione eterna.

    Per annunciare il vangelo non servono

* grandi capacità umane,

* una personalità di spicco,

* una forte autostima,

* una grande conoscenza biblica,

* non serve l’orgoglio di una posizione in vista nella chiesa …  

Per parlare di Gesù al mondo,

basta aver compreso bene la grandezza del Suo amore, basta avere fede che l’opera compiuta da Gesù Cristo è ancora potente OGGI!

OGGI Gesù Cristo può ancora salvare? Può ancora strappare dal potere del peccato le anime attorno a noi????

Dobbiamo aprire gli occhi sul male che ci circonda, sulla lebbra che divora le persone che conosciamo (anche se vogliono apparire bene e di successo ai nostri occhi… ma non è vero!)

Noi, come la piccola serva ebrea, possediamo un grande segreto. Noi conosciamo il Profeta che è in grado di guarire dal male del peccato, cioè Gesù Cristo che salva il peccatore dal suo peccato e dona il perdono e la vita eterna.

Ma abbiamo la fede di quella ragazzina, che ci porta a non tacere, a non avere vergogna del Vangelo?

Abbiamo la compassione per le anime perdute, che sono destinate all’inferno?

Abbiamo il coraggio di quella serva, che non temeva le conseguenze della sua intrusione nella vita della famiglia di Naaman?

 

    Anche tu sei come la serva di Naaman,  

sei SOLA, in un mondo ostile.

 Ma tu puoi essere uno strumento per cambiare una vita!

 

* In questo momento Dio ti sta chiedendo di servirLo nel mondo, dedicandoti ad una persona, ad un’anima perduta.

Forse tu la conosci bene, perché il Signore te l’ha già indicata in modo preciso.

Forse non la conosci ancora, ed allora puoi pregare che il Signore te la indichi.

Come la serva di Naaman, noterai che questa persona ha un grande bisogno di salvezza, perché vive nel peccato ed è lontana da Dio.

Come per la serva di Naaman, Dio ti darà la compassione per quest’anima, perché il suo destino eterno è terribile! Dio ti ricorderà che quest’anima si sta inesorabilmente avviando verso l’inferno.

Come per la serva di Naaman, Dio ti darà fede nella potenza salvifica della croce di Cristo! Dio vuole salvarla… Dio è pronto a salvarla!

 

* Oppure in questo momento Dio ti sta chiedendo di servirLo proprio nella tua chiesa, dedicandoti ad una persona, di un’anima da amare.

Nella chiesa, esistono dei compiti importanti, ai quali nessuno pensa… ci sono dei bisogni nascosti che forse nessuno conosce, ma che Dio conosce bene. Puoi pregare chiedendo al Signore di mostrarti cosa puoi fare per UNA PERSONA, per una sorella che ha dei bisogni a cui nessuno risponde.

Quante sorelle affermano di essere scontente della propria situazione di chiesa e sono state più volte scoraggiate nei loro tentativi di cambiamento.

Ci vuole una buona dose di compassione per la chiesa che ha sicuramente molte difficoltà, e molte situazioni intricate. E poi ci vuole un grande coraggio per affrontare dei problemi irrisolti. Ma il Signore ci chiama a servirLo in mezzo ad una chiesa che ha enormi bisogni nascosti: quanti vogliono impegnarsi nei servizi spirituali in vista, in quelli che conducono al successo nella chiesa.

Ma ci sono dei bisogni spirituali, che non si vedono: anche in questi casi, l’unica soluzione è l’intervento del grande profeta Gesù Cristo, l’unico che può guarire le anime e trasformare le vite. Lui vuole intervenire, per mezzo tuo, se ti metti a Sua disposizione e se ti lasci utilizzare come Lui vuole.

Puoi iniziare a pregare chiedendo al Padre celeste di mostrarti una sorella che ha un bisogno; poi chiediGLi saggezza per rispondere a questo bisogno. Infine chiediGli fede e coraggio per intervenire in questo bisogno.

Questo agli occhi del mondo o agli occhi di alcuni nella chiesa è una PICCOLA COSA.

 

* C’è un verso interessante del profeta Zaccaria che dovrebbe farci riflettere:

"Chi potrebbe infatti disprezzare

il giorno delle piccole cose?"  

(Zaccaria 4:10)  

Oggi potrebbe essere il giorno delle piccole cose!

Vuole fare la stessa cosa per te, vuole farti diventare una Sua serva, un’ambasciatrice per il Suo Nome.

Non importa se hai 19 anni o 70 anni… Lui ha un progetto per te!

Oggi è il giorno delle piccole cose!

Il Signore ha preparato per te un servizio, che forse ancora non conosci.

Claudia

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