Sorse sopra l'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. 
Egli disse al suo popolo: 
«Ecco, il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più potente di noi. 
Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi e, 
in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici 
per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese». 
Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori, 
per opprimerlo con le loro angherie. 
Israele costruì al faraone le città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses. 
Ma quanto più lo opprimevano, tanto più il popolo si moltiplicava e si estendeva; 
e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d'Israele. 
Così essi obbligarono i figli d'Israele a lavorare duramente. 
Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavitù, 
adoperandoli nei lavori d'argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.
Il re d'Egitto parlò anche alle levatrici ebree, 
delle quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua, e disse: 
«Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto, 
quando sono sulla sedia, se è un maschio, fatelo morire; 
se è una femmina, lasciatela vivere». 
Ma le levatrici temettero Dio
non fecero quello che il re d'Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi. 
Allora il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse loro: 
«Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?» 
Le levatrici risposero al faraone: 
«Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose e, 
prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito». 
Dio fece del bene a quelle levatrici
Il popolo si moltiplicò e divenne molto potente. 
Poiché quelle levatrici avevano temuto Dio
Egli fece prosperare le loro case.

Esodo 1:8 - 21

Il racconto che troviamo nel libro dell'Esodo è avvenuto realmente nel 1450/1250 avanti Cristo. L'autore, Mosè descrive le sofferenze di Israele in Egitto. Le 70 persone componenti la famiglia di Giacobbe erano scese in Egitto a causa di una carestia che aveva colpito tutto il paese di Canaan. Nel frattempo, in Egitto come vicerè, governava Giuseppe uno dei 12 figli di Giacobbe.

I discendenti si moltiplicarono fino a raggiungere, durante il periodo che stiamo considerando, il numero di circa 600.000 maschi adulti (Esodo 12:37); contando donne e bambini, l'intera popolazione di Israele avrebbe potuto essere di circa 2 milioni.

Era nata una nazione, secondo la promessa che Dio aveva dato ad Abramo (Genesi 12:1-3).
Tuttavia, il racconto dell'Esodo ci presenta un popolo che durante il regno di un Faraone della 18° dinastia vive una terribile schiavitù: 
 
schiavo nel lavoro e 
 
lo sterminio dei bambini. 

Il Faraone addusse due motivi per spiegare le sue decisioni: l'allarmante crescita numerica degli Israeliti ed il timore che, in caso di guerra, questi avrebbero potuto allearsi con i nemici. Con le parole "usiamo prudenza" mise in atto una politica volta ad ostacolare la loro crescita ed a sfruttare la loro capacità di lavoro. Vennero così imposti lavori forzati in tutta la zona del Delta e gli Ebrei usati per la costruzione delle città che servivano da magazzini, Pitom e Ramses.

La schiavitù ebbe effetto solo parziale e quindi il Faraone decise di mettere in atto una politica più aggressiva, ossia l'infanticidio. E' questo il ragionamento di un cuore che non ha imparato a far entrare Dio nei suoi calcoli. Un cuore che non tiene conto di Dio. Al di fuori di Dio, indipendentemente  da Lui, le riflessioni umane possono sembrare molto sagge, ma quando entra in scena Dio, la loro completa follia è dimostrata.

Faraone poteva calcolare con esattezza le diverse eventualità; poteva con insolita abilità pesare tutte tutte le circostanze, ma non gli era mai venuto in mente, neanche per un istante, che Dio poteva avere qualcosa a che fare in tutto ciò. Questo pensiero, se gli fosse passato per la mente, avrebbe capovolto tutti i suoi ragionamenti e messo a nudo la follia dei suoi piani. Faraone ignorava che da secoli, prima che lui venisse al mondo, la Parola di Dio e il Giuramento fatto da Dio ai patriarchi (due cose immutabili) avevano assicurato la liberazione completa e gloriosa a quel popolo che lui, Faraone, si proponeva di distruggere. I piani di Faraone si basavano sull'ignoranza di questa grande verità, fondamento di ogni verità: che Dio è.

Agire senza tenere conto di Dio è l'errore più grande in cui possa cadere un uomo. Presto o tardi, il pensiero di Dio si imporrà e tutti i piani  umani saranno annientati.

Ecco allora che entrano in scena le nostre protagoniste: Sifra e Pua, due levatrici che con tutta probabilità avevano, dato il gran numero di persone, l'incarico di amministrare tutta l'organizzazione delle levatrici. 

Le istruzioni del re furono molto precise: i neonati maschi dovevano essere uccisi e le neonate femmine lasciate in vita. Si tratta di un ordine terribile!
Come reagiscono Sifra e Pua
Le due donne agiscono proprio in modo contrario al modo di comportarsi di Faraone. Mentre lui non tiene conto di Dio, è detto per ben 2 volte che Sifra e Pua temettero Dio.

Il principio della saggezza
è il timore del SIGNORE,
e conoscere il Santo è l'intelligenza.
Proverbi 9:10

 

Non c'è saggezza, 
non intelligenza,
non consiglio che valga 
contro il SIGNORE.

Proverbi 21:30

Temere Dio: non si può prosperare nelle nostre vite se non si riconosce la natura di Dio, reagendo dandoGli onore,  confidando in Lui, adorandoLo, ubbidendo alla Sua Parola e servendoLo.

Sifra e Pua non ubbidiscono agli ordini insensati di Faraone. Danno addirittura una risposta poco plausibile al re che chiede loro conto. Ma Dio le protegge nel loro desiderio di temere il Signore eludendo la collera del re.

Beato chi ha cura del povero!
Nel giorno della sventura il SIGNORE lo libererà.
Il SIGNORE lo proteggerà e lo manterrà in vita;
egli sarà felice sulla terra,
e Tu non lo darai in balìa dei suoi nemici.

Salmi 41: 1 - 2

La fede nelle promesse di Dio sono per coloro che credono in Lui. Credere vuol dire avere fiducia pienamente in Lui; ritenere vero ciò che è scritto nella Parola di Dio; essere certo che ciò che Egli ha detto si avverrà sicuramente; essere convinto che nessuna delle Parole scritte cadrà inefficace.

Gesù disse: 
"Il cielo e la terra passeranno, 
ma le Mie parole non passeranno."

Marco 13:31

Credere significa, soprattutto, adeguare praticamente la nostra vita alle promesse di Dio proprio come Sifra e Pua che non hanno avuto paura di sfidare l'ordine di un re, ma hanno considerato con rispetto le promesse che Dio aveva fatto ai patriarchi, coscienti dell'autorità divina superiore all'autorità umana, con reverenza, lealtà, devozione che le ha spinte all'amore, alla fedeltà e all'ubbidienza.

Il timore dell'Eterno è appunto il proponimento di non fare per nessuna ragione dispiacere a Dio, all'Onnipotente che non ha risparmiato il Suo Figliuolo dandolo in sacrificio per il peccato di chiunque crede in Lui.

Per concludere, nel racconto che abbiamo letto come vengono presentati due tipi di persone: coloro che umilmente temono Dio e acquisiscono così la saggezza e vengono benedetti da Lui, e gli sciocchi arroganti che, con il rifiuto di temere Dio, sono ottusi di mente, rozzi ed incalliti nelle loro vie. Non dimentichiamo la fine di Faraone: sprofondato nel mar Rosso con tutto il suo esercito dopo aver vissuto terribili piaghe! (Esodo 14)

Chi vogliamo essere? Vogliamo seguire l'esempio da Sifra e Pua o quello di faraone?

Dio fece del bene a quelle levatrici. 
Poiché quelle levatrici avevano temuto Dio, 
Egli fece prosperare le loro case.

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