La fedeltà di Dio

 

Mi chiamo Ida Scioldo e abito nelle campagne torinesi, in Piemonte.

Verso gli anni 1940, ovvero gli anni della Seconda Guerra Mondiale, la testimonianza del Vangelo era giunta nella piccola borgata dove abitavo e mia mamma l’aveva ricevuta con gioia. Era stata attirata dalle meravigliose parole del Santo Vangelo ed aveva aperto con allegrezza il cuore all’amore di Dio ed al Suo glorioso piano di salvezza per noi, per mezzo di Gesù Cristo.

Io ero nata da poco e mio papà, pur non essendo contrario, non era interessato alla Parola di Dio. I miei genitori erano contadini, non vivevano nell’agiatezza, ma non ci mancava il necessario; certo che a quel tempo il tenore di vita era molto modesto, non si sprecava nulla e non c’era niente di superfluo nelle case e nell’abbigliamento; ad esempio, per la festa avevamo un solo vestito, un solo paio di scarpe e, ciononostante mia mamma, per il suo carattere altruista e per l’amore di Dio, trovava ancora il modo di portare ai più poveri un po’ d’aiuto, con un po’ di farina per la polenta, qualche uova delle nostre galline, ma soprattutto l’incoraggiamento a pregare e a confidare nel Signore.

Il lavoro di coloro che coltivavano la terra era duro; a quel tempo non c’erano gli aiuti dei macchinari agricoli che ci sono oggi; mio papà era molto preso dal lavoro.

Avevo quattro anni quando nacque la mia sorellina Dorina e noi crescevamo sotto la grazia di Dio, con la guida preziosa di una mamma credente. Fin da piccola imparai a conoscere Gesù; alla sera la mamma accompagnava me e mia sorella nella nostra camera da letto e prima di dormire ci leggeva qualche brano della Parola di Dio, ci spiegava quello che avevamo letto, poi pregavamo e cantavamo le lodi del Signore.

Poi mamma si ammalò, fu operata e i medici dissero che non sapevano quanti mesi sarebbe sopravvissuta a quel male; ma lei, con fiducia, chiese al Signore di lasciarla in vita fino a quando io avessi finito la scuola elementare per poter accudire a mia sorella. Quindi, molto presto, mi insegnò a fare la spesa, a lavare, a stirare, a cucinare quelle poche pietanze che si facevano a casa mia e tutte le altre faccende di casa.

La fede e la serenità di mia mamma davano a me e a mia sorella molta sicurezza.

A quel tempo, nella borgata di campagna in cui vivevamo, si erano convertito al Signore un gruppetto di persone; facevamo il culto evangelico nelle case, dove venivano dei fratelli in fede dalla città di Torino. Arrivavano con la moto “Lambretta” o con la bicicletta, anche durante l’inverno, dopo una dura giornata di lavoro (uno di essi lavorava presso una fonderia dieci ore al giorno). Ci spiegavano la Parola di Dio, poi si pregava, si celebrava la Santa Cena e si cantavano dei bei canti al Signore.

Nel 1952 Dio prese con sé mia mamma: io e mia sorella Dorina eravamo molto giovani, io avevo 13 anni e lei 9.

Ricordo che mia mamma, quand’era nel letto ammalata, diceva a coloro che venivano a farle visita:

Ho messo le mie bambine nella mani del Signore

e so che Egli le guarderà meglio di come farei io!”

Infatti, a distanza di molti anni, posso testimoniare che il Signore è stato fedele: ha sempre vegliato su noi, anche se io andando a lavorare in fabbrica avevo cominciato a frequentare delle amicizie di giovani non credenti. Per un periodo, io e mia sorella, non frequentavamo più le riunioni evangeliche; però sentivo dentro di me che non ero nella volontà di Dio e mi mancava qualcosa.

Un bel giorno, mentre facevo le faccende di casa, il Signore, nella Sua grande misericordia, ha fatto ricordare sia a me che a mia sorella quei bei cantici che avevamo imparato e che cantavamo con i fratelli in fede. Così, noi due da sole, cominciammo a cantare quelle lodi a Dio e in noi nacque il desiderio di ritornare a frequentare le riunioni … e così facemmo.

All’età di 18 anni, insieme a mia sorella, abbiamo desiderato di essere battezzate per rendere testimonianza della nostra fede in Cristo; tutta la chiesa lodava il Signore, mentre noi entravamo nell’acqua del torrente Stura per ricevere il battesimo.

Ancora oggi posso testimoniare che il Signore è fedele: mi ha sempre accompagna dandomi la grazia di servirLo per 45 anni insieme al marito che aveva preparato per me. Ora il Padre celeste l’ha portato con sé e sono rimasta sola, ma ho una meravigliosa famiglia che ama e serve il Signore: 2 figli ed una figlia, insieme a tre nipotine ed un nipotino.

 

La mia preghiera a Dio è che i giovani possano porre la loro fiducia nel Signore e chiedano sempre la Sua guida per tutte le scelte della loro vita, perché Lui ha dei piani meravigliosi per i Suoi figli e vuole mettere al fianco di ognuno la persona giusta, affinché si viva nella Sua pace e si goda delle Sue benedizioni.

Desidero esortare anche i genitori credenti a pregare sempre con fiducia per i propri figli e i nonni per i propri nipoti, perché neanche una delle nostre preghiere va a vuoto: al momento giusto, il Signore le esaudisce, perché Lui è fedele.

Ida Scioldo 

"Non ho tenuto nascosta la tua giustizia nel mio cuore;

ho raccontato la tua fedeltà e la tua salvezza;

non ho celato la tua benevolenza

né la tua verità alla grande assemblea."

Salmo 40:10

 

 

v.piermattei@alice.it