Elevata al ruolo di responsabile si sopravvaluta
"Mosè e i figli d'Israele cantarono questo cantico quando i cavalli del faraone,
i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono nel mare,
e il SIGNORE fece ritornare su di loro le acque del mare,ma i figli d'Israele camminarono sulla terra asciutta in mezzo al mare.
Allora Maria, la profetessa, sorella d'Aaronne,
prese in mano il timpano e tutte le donne uscirono dietro a lei,
con timpani e danze. E Maria rispondeva:
«Cantate al SIGNORE, perché è sommamente glorioso:
ha precipitato in mare cavallo e cavaliere».
Esodo 15:19 - 20
"Maria e Aaronne parlarono contro Mosè a causa della moglie cusita che aveva presa; poiché aveva sposato una Cusita.
E dissero: «Il SIGNORE ha parlato soltanto per mezzo di Mosè?
Non ha parlato anche per mezzo nostro?» E il SIGNORE lo udì.
Or Mosè era un uomo molto umile, più di ogni altro uomo sulla faccia della terra.
Il SIGNORE disse a un tratto a Mosè, ad Aaronne e a Maria:
«Uscite voi tre, e andate alla tenda di convegno».
Uscirono tutti e tre. Il SIGNORE scese in una colonna di nuvola,
si fermò all'ingresso della tenda, chiamò Aaronne e Maria;
tutti e due si fecero avanti. Il SIGNORE disse:
«Ascoltate ora le mie parole; se vi è tra di voi qualche profeta,
io, il SIGNORE, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno.
Non così con il mio servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa.
Con lui io parlo a tu per tu, con chiarezza, e non per via di enigmi;
egli vede la sembianza del SIGNORE.
Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?» L'ira del SIGNORE si accese contro di loro,
ed egli se ne andò, e la nuvola si ritirò di sopra alla tenda;
ed ecco Maria era lebbrosa, bianca come neve;
Aaronne guardò Maria, e vide che era lebbrosa.
Aaronne disse a Mosè: «Ti prego, mio signore,
non farci portare la pena di un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli.
Ti prego, che lei non sia come il bimbo nato morto,
la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno materno!»
Mosè gridò al SIGNORE, dicendo: «Guariscila, o Dio, te ne prego!»
Il SIGNORE rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso,
non ne porterebbe la vergogna per sette giorni?
Stia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni;
poi, vi sarà di nuovo ammessa».
Maria dunque fu isolata fuori dell'accampamento sette giorni;
e il popolo non si mise in cammino finché Maria non fu riammessa nell'accampamento.
Poi il popolo partì da Aserot e si accampò nel deserto di Paran."
Numeri 12:1- 15"Or tutta la comunità dei figli d'Israele arrivò al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si fermò a Cades. Là morì e fu sepolta Maria."
Numeri 20:1
Maria, ragazza
intelligente, si vide affidare una missione molto importante dalla madre: in
gioco era la vita di suo fratello minore. Compì questa missione con coraggio e
con tatto, mettendo in contatto sua madre, una donna ebrea, con una
principessa egiziana. Così suo fratello venne salvato, con un beneficio per
la famiglia e per il popolo di Dio. Il bambino, Mosè divenne il mediatore
dell'antico patto il profeta che parlava faccia a faccia con Dio
Diventata adulta, Maria fu una donna notevole. La sua personalità si formò
in seno alla sua famiglia dove la fede era una realtà quotidiana. I suoi
genitori, armati di coraggio, d'amore e d'immaginazione s'opposero agli ordini
di un tiranno e salvarono la vita a loro ultimogenito. La famiglia di Amram e
di Iochebed fu unica nell'esistenza d'Israele, perché ne uscirono tre grandi
capi: Mosè, Aaronne e Maria, che hanno servito la nazione nello stesso
periodo.
Più tardi, attraverso Michea, Dio dichiarò:
"Sono Io infatti che ti ho condotto fuori dal paese d'Egitto,
ti ho liberato dalla casa di schiavitù, ho mandato davanti a te Mosè,
Aaronne e Maria." (Michea 6:4)
Quando Mosè condusse il suo
popolo turbolente fuori dal paese d'Egitto, fu assistito da suo fratello
Aaronne, il sommo sacerdote, e da sua sorella Maria, la profetessa.
Più di una semplice sorella, fu una collaboratrice per Mosè ed assunse
responsabilità di leader. Maria, nubile, venne chiamata da Dio a
compiere un incarico straordinario. Ha avuto il privilegio di essere la prima
donna profeta, porta parola di Dio. In parole e in opere, proclamò la
grandezza di Dio. La sua vita fu totalmente centrata sul suo amore per Dio e
per il popolo. I suoi doni e la sua personalità furono troppo grandi per
essere messi semplicemente al servizio della sua famiglia. Ci furono molte
madri e molte mogli in Israele, ma una sola Maria. Dio le affidò una
posizione elevata. Una nazione intera dipendeva anche da lei. L'incarico al
quale si consacrò completamente le procurò grandi soddisfazioni. Aveva quasi
cento anni quando il miracolo del passaggio del Mar Rosso colpì le folle con
stupore. L'acqua che salvò il popolo di Dio vide l'annientamento dei suoi
nemici.
«Cantate al
SIGNORE, perché è sommamente glorioso: -
esclamò Mosè dopo l'avvenimento - ha
precipitato in mare cavallo e cavaliere».
Gli uomini cominciarono ad intonare gioiosamente questo canto al quale le
donne si unirono le loro voci. Da quel giorno, tutte le vittorie eccezionali
d'Israele furono celebrate attraverso il canto, seguendo l'esempio di Maria.
E' lei che lanciò l'usanza. Energica e dal carattere giovanile, malgrado
l'età avanzata, con il timpano in mano, riprese il canto di Mosè.
Incoraggiò le donne a danzare in onore di Dio, cantando con gioia: "Cantate
al SIGNORE, perché è sommamente glorioso".
Maria aveva un
temperamento da leader e le donne la seguivano volentieri. Queste ultime non
potevano prevedere che i loro canti sarebbero diventati una sorgente
inesauribile di conforto per loro durante il lungo viaggio nel deserto. Il
cammino è più facile e la strada meno faticosa quando si canta. Quante volte
ci vuole l'incoraggiamento e aver presente la fedeltà di Dio. Il viaggio fu
interminabile a causa della disobbedienza del popolo. Ma ognuno riprese
coraggio cantando: "ha
precipitato in mare cavallo e cavaliere".
Purtroppo la presunzione divenne fatale per Maria. Il carattere forte, la condussero presto a condurre. Ma come spesso succede, questa forza divenne il suo punto debole. Le circostanze rivelano l'interiorità della persona. L'avvenimento che avrebbe rilevato il tratto profondo del carattere di Maria fu il secondo matrimonio di Mosè con una donna etiope. Tra l'altro i Cusiti non erano un popolo con cui fosse proibito lo sposarsi (Cfr. Esodo 34:11, 16).
E' comprensibile che per Maria sia stato strano e difficile accettare la decisione di Mosè, uomo di Dio, di sposare di nuova straniera. O forse si è irritata semplicemente per la presenza di una nuova moglie nella vita di Mosè, tanto più che lei stessa era nubile? S'indignò di veder suo fratello contrarre un'alleanza con un'etiope, quando c'erano tante donne israelite disponibili? Vedeva forse la nuova moglie del fratello come una minaccia al suo ruolo di figura femminile preminente nella conduzione d'Israele? La Scrittura ci lascia le nostre domande senza risposta.
Mosè, il capo supremo e la
guida degli Israeliti, era il fratello minore di Maria e lei fu
contrariata dal suo comportamento. Maria s'inquietò per gli effetti
che questa unione avrebbe avuto sul popolo, visto che in quel periodo della
storia, la parentela aveva voce in capitolo nella scelta del matrimonio. Da
questo punto di vista, la sua agitazione sembrava essere una reazione
spirituale giusta da parte di una donna matura. Ma questa impressione era
ingannevole. Maria venne elevata da Dio, contemporaneamente ai suoi
fratelli, al posto più alto mai occupato da una donna nella nazione, ma
superò i limiti. Maria sopravvaluta la sua posizione e si considerò
uguale a Mosè. Con il suo orgoglio scalzò la sua autorità. Pensò: E'
veramente Mosè il capo tra noi tre? Io e Aaronne non sia forse suoi pari?
Il movente di Maria
non era l'interesse del popolo o quello di Mosè, ma la gelosia. Aaronne, il
più tranquillo dei tre, cedette al carattere dominante della sorella. Maria
e Aaronne cercarono di usurpare l'autorità di Mosè. E' l'invidia, forse
repressa a lungo, che affiora. Agendo così, misero in
pericolo l'unità e l'avvenire della nazione. In più tentarono di opporsi
alla rivelazione diretta di Dio. Al posto di pensare al benessere delle
persone coinvolte, pensarono solo a loro stessi, e ciò fu loro fatale.
Dio ha creato l'essere umano
perché si doni agli altri. Chi fa questa esperienza ne prova grande gioia, perché
la sua vita ne è arricchita e i suoi orizzonti allargati. Al contrario, ogni
esperienza umana vissuta nell'egocentrismo s'impoverisce e si isola.
Mosè resta calmo. Non fa alcun gesto per giustificarsi. Qualcun altro difende
i suoi diritti, portando Aaronne e Maria
a fare una pessima esperienza. Dio dall'altro dei cieli udì e prese delle
misure per fermare la ribellione diretta contro l'autorità di Mosè e per
punire i colpevoli.
Bloccati e con le ginocchia tremanti, Aronne e Maria
comparvero davanti a Dio e scoprirono come come giudica la situazione.
Mosè non fu solo il capo incontrastato, ma venne posto in una posizione
superiore a quello degli altri profeti. E' chiaro che Dio aveva scelto Mosè
per essere il mediatore tra lui e il suo popolo. Nutriva verso Mosè una così
grande stima che non gli parlava con enigmi vaghi o sogni oscuri, ma come un
uomo parla ad un suo amico, apertamente e semplicemente.
Maria e Aaronne
attaccano un uomo incredibilmente rispettato da Dio. Convocati a comparire
davanti alla sua giustizia e la sua autorità per rendere conto, non ebbero
alcuna scusa. Mosè il mediatore nominato da Dio, rappresenta un tipo del
Salvatore che doveva venire, Gesù Cristo. Il rifiuto di Mosè rappresenta
rifiutare il Messia che doveva venire; ecco il perché della gravità della
situazione.
Quando Dio vi rivolse loro, nella sua collera, Maria venne colpita dalla lebbra. Era la malattia più temuta: colpisce la vita del malato riducendolo allo stato di morto vivente. Ed ecco che Maria è colpita da Dio con la maledetta lebbra.
La donna che durante il corso degli anni aveva trascinato la folla esortando con canti di lode a Dio, decade dal suo ruolo di leader. La sua voce, al posto di lodare Dio in un modo tanto melodioso, gridava ora: "Impura, impura" a chiunque la incontrasse. Avrebbe finito la sua vita deforme a causa della malattia in tutta solitudine?
Maria si rese conto con dolore della dimensione del suo peccato agli occhi di Dio. La sua vergogna può paragonarsi a quella di un bambino rimproverato dal padre davanti a testimoni. Maria dovette subire un castigo pubblico per dimostrare come Dio punisce coloro che hanno un'opinione troppo alta di sé. Maria, una volta attiva e coraggiosa, non trova più la parole per rispondere al giudizio.
Aaronne è stato il primo a
reagire e a dimostrare di accettare il castigo. Aaronne disse a Mosè: "Ti prego, mio signore...
con il termine di "signore" al posto di quello di
"fratello" riconosce la sua autorità - non farci portare la pena di un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e
di cui siamo colpevoli.
Aaronne si identifica completamente nel peccato di Maria.
Pertanto non è stato lui, il sommo sacerdote, che implorò Dio per la
guarigione di Maria, ma Mosè a pregare per la guarigione della
sorella. In questa preghiera, Mosè si astiene da approvare il giudizio di
Dio, e non accusa i colpevoli. Pregò semplicemente, e il tormento della
sorella che doveva durare tutta la vita, fu ridotta a 7 giorni.
La condotta di Maria non fu solo un errore per se stessa, ma anche al suo popolo. Il loro viaggio fu ritardato a causa del suo peccato. La nazione intera non poteva avanzare fino a quando Maria non fu ammessa. I 7 giorni di esilio furono sicuramente di grande riflessione. Comprese allora che Dio solo nomina i capi e che Dio dà autorità a coloro che sono abbastanza umili per accettare di servirLo? La Bibbia non riporta altri atti di ribellione da parte di Maria. Riporta solo il fatto che Maria morì prima dell'entrata del popolo nella terra promessa.
Maria si trovava in
alto nella scala sociale, occupava una posizione eccezionale per una donna con
l'impegno che Dio le aveva affidato. Per tanto tempo in quella posizione
onorò Dio; diede esempio di una vocazione fuori dal comune. Chi si comporta
così è al riparo dall'errore. Purtroppo, Maria lasciò nel corso degli anni
sempre meno il controllo della sua vita nelle mani di Dio, fino a voler
prenderla completamente in mano. Senza dubbio questo cambiamento avvenne in
modo sottile che Maria non se ne rese conto. Un esame di coscienza
onesto ed opportuno avrebbe potuto permetterle di non subire il giudizio di
Dio e di non oltrepassare i limiti con un'opinione di sé troppo alta.
"Ora, se
esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati."
1 Corinzi 11:31
Sara
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