Imparare ad accettare i nostri figli

 

 

I bambini sono una benedizione di Dio per i genitori.

"Ecco, i figli sono un dono che viene dal Signore..."

(Salmo 127:3)

Dobbiamo imparare ad accettarli così come sono senza cercare di far fare a loro ciò che non abbiamo potuto fare noi nella nostra vita.

Non incitiamoli con le critiche e le umiliazioni a costruire inconsciamente frustrazioni e muri di rigetto.

Diamo a loro la serenità e cerchiamo di scoprire le loro attitudini, i loro gusti, le loro idee: rispettiamo la loro persona. Così fa Nostro Padre per noi!

Non ci chiede di fare o di essere ciò che non siamo, anzi,rispetta la nostra persona e oltre a valorizzare i nostri talenti naturali e le nostre capacità ,ci insegna ad incanalarli perché siano fonte di benedizione.

In una fresca giornata di primavera dello scorso anno, ho portato le mie bimbe al parco giochi.

Lì ho assistito ad una scena che avevo già visto più volte ma in luoghi e con personaggi diversi. Questa volta i protagonisti erano un bimbo pulito e vestito elegantemente accompagnato dalla nonna.

All'entusiasmo e alla vivacità del nipotino la nonna ha risposto con un bel ceffone sul viso perché, andando sullo scivolo era atterrato sull' erba battendo il sedere e naturalmente sporcando i pantaloni. Questo è educare?

Un bambino vestito così bene può andare a visitare un museo ma non al parco giochi! Di chi era la responsabilità della macchia sui pantaloni?

Se decido di portare i bimbi al parco giochi non devo pretendere che rientrino a casa puliti come quando sono usciti. Se invece i bimbi sono vestiti a puntino e capita di andare al parco giochi devo ricordarmi che si sporcheranno e questo sarà inevitabile.

Devo ricordarmi perciò che sono bambini e vivono e si divertono da bambini...

"Come un padre è pietoso verso i suoi figli, 
così è pietoso il Signore verso quelli che

lo temono. Poiché Egli conosce la nostra natura; 
Egli si ricorda che siamo polvere."

(Salmo 103 : 13-14)

"Insegna al fanciullo la condotta che deve tenere, 

anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà." 

( Proverbi 22 : 6 , 15)

 

Il bambino può essere paragonato ad un alberello che cresce sul terreno che gli viene offerto dai genitori : egli farà ciò che avrà visto in casa e non metterà in pratica ciò che in casa era solo teoria.

La relazione d'amore che unisce Dio il Padre e Gesù ci serve d' esempio:

"...le cose che il Padre fa, le fa anche il Figlio ugualmente. 

Perché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutto quello che egli fa..." 

(Giov. 5 : 19 - 20)

Ai nostri figli rimane più impresso ciò che siamo di ciò che diciamo a loro di fare.

E' bello correggere l' errore del bambino dicendo: "...non fare così, fai come fa mamma... (o come fa papà) oppure: "...non rispondere così malamente; la mamma non fa così con te!"

Cerchiamo di essere per loro in primis una testimonianza di vita; esercitiamo l'autocontrollo, la pazienza, la comprensione nei loro confronti ma anche nei confronti di nostro marito, dei nostri familiari, degli amici...

Litigare e discutere animatamente, sparlare o criticare gli suoceri (ad esempio ma potrebbe essere chiunque) è negativo: i bimbi registreranno che i loro nonni non sono bravi... o che i fratelli e le sorelle della comunità non sono simpatici...

Riflettiamo sempre su cosa diciamo e su chi parliamo e in che modo!

Le mie figlie ad esempio riescono ad ascoltare i nostri discorsi anche se sono dall'altra parte della casa e stanno giocando tra loro... hanno un udito formidabile!

  silvia

 

 

 

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